sabato 6 maggio 2017

Rimani


Rimani
 

Non andartene. Rimani.
Nessuno ascolta.
Nessuno guarda per vederci.”


Strada piena di passanti ignoti,
nell’aria quel profumo di corteccia
come nel dopopioggia.
Dai, rimani!”.

Rigirava tra le dita i peneri dello scialle.

“Senti intumidire i capezzoli? Senti il vento 

spingerti verso il mio corpo?

Era più vera della verità
più bella della favola mai raccontata
e se non mi avesse baciato sarei morto
quel mattino. Pomeriggio di poesia,
condusse a sera. Rimasi,
guardandola come nessuno, mai.


È tardi!.
(
Sarà tardi anche domani
perfino ieri sarebbe stato tardi
).

Una gugliata di carezze sugli squarci.

Dovetti andar via, di corsa, sotto i portici
col suo sapore sulle labbra.



Esercizio di sintesi e personalizzazione di Leo Sinzi/zio-silen. Come base: il pregevole componimento di Indio (vedi sotto) pubblicato sulla Vetrina del Club dei Poeti il 5 Maggio 2017.
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Rimani

“Non andartene. Rimani.
È tanto che sto zitta.
Hanno tutti fretta e nessuno ascolta.
Nessuno legge. Nessuno guarda per vederti.”

spoglia dei suoi racconti
indossò versi senza alcuna teatralità.
la osservavo come si guarda una strada pieni di passanti ignoti
e avvertivo nell’aria quel profumo di corteccia, di vita - ormai vissuta -
come nel dopopioggia o in un pianto scompagnato.

“Rimani ancora. Aspettiamo sera.”

rigirava tra le dita i peneri del proprio scialle
e smise quando chiese:

“Senti anche tu il turbamento intumidire i capezzoli, come lo sento io sui miei?
Senti anche tu il vento spingerti verso il mio corpo, come io sento il mio,
denudato da ogni pudore, verso il tuo?”

era più vera della verità
più bella della più bella favola mai raccontata
col seno fatto apposta per essere madre
e se non mi avesse baciato, su quella panchina
al freddo vento che turbava il suo seno di madre,
sarei morto quel mattino
disconoscendo la tenerezza intima dell’amore.

quante cose inutili occupavano, fino a quel momento,
il mio spazio.

leggendo poesie arrivò il pomeriggio
e questo ci condusse a sera. e rimasi, così come mi chiese,
ascoltando e guardandola come mai nessuno l’aveva vista.
poi con una gugliata di carezze cucimmo ogni squarcio.

“Adesso devi andare, è tardi.
Sarà tardi anche domani e perfino jeri sarebbe stato tardi.
Vai amore.”

e dovetti andar via, di corsa, sotto i portici tra la folla
col sapore di latte materno sulle labbra.

Indio


Foto di Leo Sinzi/zio-silen

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